I cambiamenti delle stagioni influenzano il comportamento e l’umore delle persone e possono scatenare sentimenti di tristezza e depressione che assumono la connotazione di un vero e proprio disturbo i cui effetti creano un disagio significativo sul lavoro (o a scuola), nei rapporti e nella vita sociale delle persone.
Si tratta del Disturbo Affettivo Stagionale (o SAD acronimo della definizione inglese Seasonal Affective Disorder DSM-V), che condivide con la Depressione gran parte della sintomatologia la quale si presenta con andamento stagionale, cronico e regolare.
A caratterizzarla sono i sentimenti di tristezza, l’umore depresso, la perdita di interesse per quasi qualsiasi attività, tipici dei quadri depressivi, che si accompagnano ai seguenti sintomi più comuni:
- Alterazioni del sonno (ipersonnia o insonnia)
- Alterazioni dell’appetito (iperfagia con particolare predilezione per i carboidrati e conseguente aumento ponderale)
- Stanchezza mentale e fisica
- Mancanza di energie
- Difficoltà di concentrazione
- Generale senso di confusione
- Irritabilità
Questi sintomi generalmente si presentano nei gironi più scuri e freddi di autunno e inverno per poi lasciare gradualmente spazio a sentimenti di benessere già a partire dalle prime giornate di primavera*.
È stato ipotizzato che le cause del Disturbo Affettivo Stagionale coinvolgano i ritmi circadiani (e quindi l’orologio biologico delle persone), la biochimica cerebrale (i livelli dei neurotrasmettitori) e fattori ormonali.
Com’è noto, la ridotta disponibilità di luce solare tipica dell’autunno e dell’inverno ha effetti sull’orologio biologico del corpo, che influenza il sonno ed altre funzioni. Allo stesso modo, questa ridotta disponibilità di luce solare limita che i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo decisivo nella regolazione degli stati emotivi. Infine, i cicli stagionali alterano anche i livelli di melatonina nel nostro corpo, un ormone che aiuta a regolare il sonno e l’umore.
Il Disturbo Affettivo Stagionale è abbastanza diffuso. I dati epidemiologici ne danno una stima importante di diffusione soprattutto tra le persone dell’Europa del nord (12 milioni di persone).
Chiunque può soffrire di Disturbo Affettivo Stagionale, tuttavia esistono fattori che ne aumentano il rischio: il sesso femminile (si stima una prevalenza maggiore di diagnosi SAD nelle donne), la lontananza dall’equatore, la vulnerabilità genetica alla depressione e la presenza di diagnosi di depressione o altri disturbi dell’umore.
Non bisogna sottovalutare i sintomi del Disturbo Affettivo Stagionale che, se non adeguatamente trattati, possono progressivamente intensificarsi, ripresentarsi anno dopo anno peggiorando progressivamente la qualità della vita delle persone fino a condurre a comportamenti autodistruttivi.
Esistono trattamenti di provata efficacia sperimentale per questo disturbo, tra questi la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale aiuta le persone ad identificare e modificare i pensieri negativi e comportamenti associati al Disturbo Affettivo Stagionale e favorisce la messa in atto di modalità comportamentali utili a gestire i sentimenti di tristezza e la sintomatologia depressiva.
Può essere utilizzata da sola o in associazione ad altri trattamenti di comprovata efficacia quali la farmacoterapia (a base di antidepressivi) e la terapia della luce.
*Esiste anche una forma "estiva" di SAD in cui gli episodi depressivi si presentano all’inizio della stagione primaverile, raggiungono l’acme nel periodo estivo e si risolvono all’inizio della stagione autunnale.